FARA SABINA – I primi post su Facebook “L’avete sentito anche voi questo boato?”. I primi scatti, i primi video che viaggiano incontrollati sui social. Sgraniamo gli occhi quando ne vediamo uno di questi, girato da un pullman che in quel momento attraversa la Salaria e costeggia quell’autocisterna in fiamme, pronta ad esplodere, pronta a spezzare le vite di due uomini. Stefano Colasanti è un Vigile del Fuoco in servizio, che alle 14 aveva un appuntamento a Monterotondo per la revisione del mezzo che stava guidando. Passa di lì, si ferma, è il suo dovere, è la sua vocazione. “Quando si è Vigili del Fuoco, non si pensa al peggio, sennò non si agisce mai” racconta a Qui News un collega che lo conosce da una vita.
Lì vicino intanto, Andrea Maggi, ragazzo di 38 anni, padre di un bimbo, osserva la scena. Forse avrà notato anche lui Stefano fermarsi con il suo mezzo, avvicinarsi all’autocisterna e lo avrà visto lì, a pochi metri dal serbatoio. E poi il buio. Andrea rimarrà per 24 ore un corpo senza nome, una speranza per i suoi cari che quel ragazzo inerme sulla Salaria, non sia proprio lui. Una speranza che passa anche per l’appello a “Chi l’ha visto”.
Purtroppo, per entrambe le vittime, non si faranno attendere i messaggi di cordoglio proprio sulla rete, che da spettatrice assiste ad uno spettacolo triste, fatto anche di notizie frammentate che corrono di bocca in bocca e di video sciacalli che immortalano un Vigile a terra, ferito.
Mi sembra tutto così irreale, non riesco a crederci che proprio tu te ne sia andato. Impossibile dimenticare una persona come te sempre con il sorriso sulle labbra – scrive una ragazza sulla bacheca Facebook di Andrea. Stefano, il Vigile, invece non saprà mai che da lì a qualche minuto, suo fratello accompagnerà il Questore sul posto e solo lì, in quel momento, verrà a conoscenza della tragedia.
Minuti, attimi: “Ci avevo parlato per telefono mezz’ora prima – racconta Fabrizio Vasta, Presidente del Cittaducale calcio a 5 femminile, di cui Stefano era il tecnico – mi stava dicendo che una ragazza aveva la febbre e non sarebbe venuta agli allenamenti e che, in quei giorni, stava organizzando la festa per i 18 anni di sua figlia. Andrea invece era papà di un bambino sorridente di 8 otto anni.
Sgomento, rabbia e incredulità perché per alcuni il tempo si interrompe improvvisamente, senza mezzo secondo di preavviso e a chi resta, non rimane che osservare col groppo in gola la realtà. E, soprattutto rispettare il dolore, il vuoto che queste vittime lasciano ai propri cari, senza vestire i panni inquisitori di chi quasi prova gusto a puntare il dito su qualcuno, su qualcosa. Di questo, non ce ne è proprio alcun bisogno.
Purtroppo, per alcune famiglie questo Natale non sarà più lo stesso; questa vita per loro non sarà più la stessa.
ECCO LA PAGINA DI QUI NEWS NELL’EDIZIONE DEL 13 DICEMBRE 2018