“Si accettano solo contanti!”. Quante volte avete sentito questa frase? Eppure dal 2016, con la legge di stabilità, tutti i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare i pagamenti effettuati attraverso carte di debito e carte di credito. L’obbligo di accettare pagamenti elettronici è quindi già in vigore ma è un obbligo esistente solo sulla carta in quanto è rimasto inattuato per la mancanza di un decreto attuativo che fissasse l’importo delle sanzioni per il mancato adeguamento. Il viceministro Casero ha promesso la firma a breve di un decreto in cui verranno previste sanzioni (si parla di 30 euro) per chi rifiuta un pagamento con carta di credito o bancomat. I commercianti, gli artigiani e i professionisti, spesso contrari all’obbligo del Pos, si lamentano degli eccessivi costi relativi alle commissioni e ai canoni mensili fissi di gestione. Il governo invece spinge per l’obbligo sia per la lotta all’evasione fiscale sia per adeguarsi al resto dei paesi europei molto più avanti nell’uso del denaro elettronico. Nel decreto potrebbero esserci esclusioni per alcuni soggetti che non hanno un rapporto diretto con la clientela (come ad esempio professionisti che lavorano per uno studio professionale). La stessa esclusione (temporanea) potrebbe avvenire nei confronti dei tabaccai e dei benzinai. Per incentivare l’uso della moneta elettronica è previsto inoltre il taglio delle commissioni a carico degli esercenti sia per i micro-pagamenti sotto i 5 euro che per quelli di importo superiore mentre viene ridotta la franchigia (a carico dell’utente) da 150 a 50 euro in caso di pagamenti fraudolenti. Rimane confermato inoltre il divieto di applicare sovrapprezzi ai clienti per l’utilizzo di carte di credito o bancomat.
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