L’Acufene o Tinnito, rappresenta un fenomeno assai ricorrente tra gli individui che consiste nel percepire dei suoni internamente, pur in assenza di rumori esterni. I rumori percepiti possono essere ronzii, fischi o fruscii. Questo è un problema che tocca 1 persona su 10. In alcuni casi è così forte che può sconvolgere la vita, al punto tale da ricorrere agli psicofarmaci. Un
problema già affrontato dal popolo egiziano, che aveva già capito che poteva attenuare un suono più debole con dei suoni esterni più forti. Non esiste un interruttore per spegnere gli Acufeni. Al di là di tutte le speculazioni dichiarate risolutive, in realtà non c’è una soluzione miracolistica. Molti specialisti del settore e molte università studiano come individuare la causa del problema e trovarne la soluzione, ma allo stato attuale l’unica cosa che si è scoperta è che il fenomeno degli Acufeni è rappresentato da un decentramento dell’equilibrio acustico tra le risposte inibitorie e quelle eccitanti che crea un’iperattività neurale nelle regioni cerebrali deputate all’elaborazione dei suoni. Il cervello interpretando questi segnali come suoni che devono essere sentiti, li iperamplifica, scatenando l’effetto Acufene. Questo fenomeno aumenta sensibilmente con l’indebolimento uditivo particolarmente in aree localizzate delle alte frequenze (3000-6000 Hz). Quando si è affetti da Acufene, la prima domanda da porsi è: quando è iniziato il fenomeno; se è presente su entrambe i lati o è un suono centrale; quanto è forte; è accaduto qualche evento traumatico negli ultimi tempi (trauma acustico, trauma cranico, trauma pressorio, intossicazione alimentare, intossicazione farmacologica, assunzione di antibiotici molto forti o farmaci ototossici, sbalzo di pressione, esaurimento nervoso, sofferenza da perdita)
Se il problema è recentissimo le figure professionali alle quali ci si deve rivolgere sono l’otorino, il cardiologo, l’audiologo, lo psicoterapeuta. L’incidenza percentuale dell’insorgere dell’Acufene è dell’80% su chi presenta un abbassamento uditivo e del 20% sul normoudente. Gli attuali approcci terapeutici sono: 1) di tipo farmacologico 2) di riduzione dello stress e dell’ansia attraverso lo psicoterapeuta 3) di deconcentramento tramite mascheramento sonoro. Nel prossimo numero torneremo ad approfondire il problema…