(Fonte http://roma.repubblica.it)
Ora si muove anche la Città Metropolitana dopo la rivolta degli abitanti e la petizione sull’impianto di biometano che divide Ponzano Romano. A chiedere spiegazioni con una interrogazione è il consigliere nonché sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci del gruppo Città della Metropoli. Al centro dell’istanza c’è la deliberazione del Consiglio Comunale di Ponzano romano che lo scorso settembre che ha sancito il via libera al progetto per la realizzazione di un impianto per la produzione di biometano e compost presentato dalla Società Sogliano ambiente con la modalità del project financing.
L’impianto non piace all’Unione dei comuni della Bassa sabina che ha già manifestato preoccupazione per l’opera che rischia di avere un impatto ambientale, sanitario ed economico “senza che siano state coinvolte le amministrazioni comunali del territorio”. E anche il comune di Sant’Oreste si è rivolta alla Regione per ribadire la propria opposizione. Non solo le amministrazioni della Valle del Tevere hanno chiesto l’intervento della Regione.
“La località dove dovrebbe sorgere tale impianto, Località Brecceto, nella valle del Tevere, è sottoposta a vincolo paesaggistico, è indicata quale area a verde agricolo sia dal PRG sia dal PTPR regionale, e su cui gravano usi civici a beneficio della collettività – sottolinea il consigliere Pascucci – Inoltre qualora tale progetto di impianto venga presentato al Comune di Ponzano Romano, ai sensi dell’art. 25 comma 3 del Dlgs 152/2006 verrà fissata una Conferenza dei Servizi, in cui verranno convocate tutte le parti interessate, compresa la Città Metropolitana di Roma, e verranno acquisiti i rispettivi pareri degli enti coinvolti”.
Ma c’è di più. “L’area in questione è direttamente connessa ad aree con vincolo archeologico, come si rileva in una nota Mibact della Soprintendenza archeologica del Lazio – spiega ancora Alessio Pascucci – che diffidava l’amministrazione comunale di Ponzano romano dal proseguire nell’attività di progettazione ed esecuzione delle opere senza previa consultazione con la Soprintendenza stessa”.
Più volte inoltre i comitati dei cittadini della vallata hanno più volte denunciato il silenzio dell’amministrazione comunale di Ponzano romano. “ Il comune non ha mai informato la popolazione residente né i comuni limitrofi delle caratteristiche e dell’entità del progetto in questione – incalza Luciano Blasco dei comitati – in aperta violazione della Convenzione internazionale di Aarhus, ratificata dal governo nel 2001, nella quale si sancisce l’informazione e la partecipazione dei cittadini alle scelte della pubblica amministrazione”.
E ancora: “Non siamo contrari in assoluto agli impianti di trasformazione ma vanno fatte valutazioni puntuali – conclude Blasco – Questa struttura dovrebbe produrre 120 tonnellate di compost equivalente a rifiuti prodotti da oltre un milione di abitanti. E’ chiaro che ci vuole massima attenzione e invece non solo non abbiamo mai potuto visionare il progetto ma ci è stato risposto che neppure il Comune lo abbia. Tutto ciò ci preoccupa moltissimo. E in ogni caso non può essere una singola amministrazione a decidere ma ci vuole innanzitutto il parere della Regione”.
L’interrogazione inviata alla Raggi, in qualità di sindaca della Città metropolitana, chiede quindi di far chiarezza. “Quale posizione intende assumere nei confronti di tale progetto di realizzazione di un impianto per la produzione di biometano e compost di qualità nel territorio del Comune di Ponzano romano, anche in vista di una futura Conferenza dei Servizi, in cui verranno convocate tutte le parti interessate, compresa la Città Metropolitana di Roma, e verranno acquisiti i rispettivi pareri degli enti coinvolti – spiega nell’istanza Alessio Pascucci – Vorremmo sapere se e come intende intervenire affinché siano messe in atto tutte le misure di competenza di questa amministrazione per bloccare tale progetto di realizzazione di un impianto per la produzione di Biometano e compost di qualità, proposto dalla Società Sogliano ambiente al comune di Ponzano romano. Un’opera, da sarebbe costruita in project financing, che dovrebbe avere un’estensione di 6 ettari. E solo l’allocazione degli impianti e per l’annesso traffico veicolare di mezzi pesanti, che trasporterebbero FORSU ed altri materiali organici, determinerebbero gravi rischi per l’ambiente e la salute dei cittadini”.