POGGIO MIRTETO – Meno di un mese all’evento che spacca in due l’opinione pubblica di Poggio Mirteto. Il Carnevalone Liberato andrà di scena il 18 febbraio prossimo. Ma che ne pensa la gente? “È un momento unico, di grande divertimento – ci confida una ragazza – riesce a coinvolgere un numero importante di persone soprattutto da fuori e questo, per un paese come Poggio, è qualcosa di positivo”. Gli fa eco un suo amico: “È una giornata particolare, da vivere in libertà. Si balla, si canta, si beve senza problemi, perché tutti ti vedono, ma la folla e il contesto ti nascondono”.
Decisamente meno entusiasmo tra i meno giovani: “Si va troppo oltre i limiti – ci racconta un signore – negli anni passati ho visto anche persone fare la pipì davanti ai portoni delle case. A volte si perde il controllo”.
Ma anche tra i ragazzi, qualcuno boccia l’esagerazione di alcuni gesti: “È giusto divertirsi, ma non c’è bisogno di eccedere in atti vandalici. Rompere cassette delle lettere o arrecare danni, è semplicemente stupido. Anzi, si porge il fianco a ulteriori critiche da parte di chi non condivide i valori di questo evento”. Festa irriverente, una tradizione nata nel 1861 che “celebra – come ci tiene a precisare una ragazza – l’autoliberazione di Poggio Mirteto dallo Stato Pontificio”.
C’è chi invece da meno importanza alla storia, non conoscendo la sua origine: “È una festa e basta no?” Artisti di strada, musica che riempie l’aria e nulla di strano se passeggiando ci si imbatte in pseudo suore che suonano la chitarra elettrica, o presunti Papi impegnati in partite di poker.
“In un Carnevalone passato – racconta divertito un ragazzo – ero vestito da prete e avevo in mano una bottiglia di birra. Mi ferma una signora che scandalizzata mi urla <Ma che fa Padre… beve?!>. Al Carnevalone succede anche questo.