di SIMONE IPPOLITI – FARA SABINA – Un vero e proprio podio tra le persone più importanti della sua vita. Nessuna medaglia in particolare, tutti ad ex aequo per Alessandra: mamma e papà da una parte e il suo allenatore di corsa dall’altra. Maura e Marco, genitori “per nulla sportivi”, decisero di portare la loro figlia al Coni di Montelibretti per, come spesso accade, farle fare nuoto perché “è uno sport completo”. Il feeling tra la vasca e Alessandra non scoppierà mai: Non è proprio nelle mie corde! racconta a Qui News la coresina. Possiamo dire che è il mio tallone d’Achille, ma stiamo lavorando molto per migliorare. Per fortuna nel pentathlon moderno è sempre meno influente.
È quando ha 12 anni (lei è classe 1995) che Alessandra scopre il suo grande amore: la corsa – Sin da piccola è stato il mio punto di forza. Qualche anno fa ho anche pensato di specializzarmi nell’atletica in distanze come i 400 e gli 800 metri, ma ho continuato con il pentathlon perchè sapevo che con costanza e impegno, avrei potuto raggiungere buoni traguardi.
Un percorso netto, o quasi. A 18 anni, infatti, Alessandra non centra ottimi risultati nelle gare e pensa di mollare. Ecco che scende in pista il suo allenatore di corsa, Ivan Lo Giudice: In quel momento c’erano molte atlete valide e personalmente ero molto indietro rispetto a loro. Era appena finito il liceo e mi trovavo ad un bivio; iscrivermi all’università o continuare a fare sport. è stato lui a spingermi a continuare.
E che Lo Giudice sia benedetto: scelta quanto mai azzeccata per l’Aviere Frezza che, nonostante abbia soffiato da poco 23 candeline, ha messo già in cascina traguardi importanti come l’argento in staffetta mista di pochi giorni fa, negli Europei di Ungheria e l’oro a Los Angeles, sempre in staffetta mista, nella tappa di World Cup. Ma per lei non contano solo le medaglie: Penso che a livello di competizione il miglior risultato siano stati i piazzamenti nelle gare di Coppa del Mondo dello scorso anno a Kecskemet e a Drzonkow.
Un percorso di crescita con obiettivi ben chiari: A metà agosto partiamo in ritiro al Sestriere in vista del mondiale senior di Città del Messico in programma a settembre e poi – aggiunge sospirando – dal 2019 si lavorerà ancora di più per la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020… sarebbe la mia prima”.
La sensazione è quella di essere di fronte ad un atleta competo che si coccola il talento concesso da madre natura e lo mixa con una testardaggine sportiva per migliorare sempre più. Del resto ce lo dice proprio lei: Se mi sento di aver sacrificato qualcosa? No, non ho lasciato niente, perchè quello che sto facendo è la cosa più importante.

ECCO LA PAGINA DI QUI NEWS NELL’EDIZIONE DEL 2 AGOSTO 2018

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