CAPENA – Speciale elezioni 2017 a cura di Eleonora Festuccia
Cosa in particolare ha determinato la decisione di candidarsi come Sindaco? La decisione non è solo frutto della mia volontà, ma anche del gruppo di attivisti del Movimento. Non una scelta autoritaria, ma condivisa, come fu per le elezioni del 2014.
Quali sono i punti di forza del programma elettorale? Prima di tutto il coinvolgimento dei cittadini. Abbiamo fatto un sondaggio chiedendo quali siano le problematiche più sentite. L’80% delle persone che si sono espresse considerano il decoro urbano come tema da affrontare prioritariamente. Effettivamente, per capire l’importanza del tema basti pensare a tutte quelle terre rimaste incolte e diventate talvolta discariche a cielo aperto, anche per inciviltà e noncuranza di alcuni. Altro tema è quello del commercio: in pochi chilometri sono sorti tre centri commerciali che hanno messo a tappeto i negozi di vicinato. La piccola imprenditoria locale deve poter reggere la concorrenza e va quindi incentivata e valorizzata. Inoltre, un punto che i cittadini ci hanno chiesto di considerare riguarda il potenziamento del trasporto locale.
Come si pone rispetto alla questione dello stadio chiuso? Lo stadio, per essere aperto, aveva bisogno di requisiti e di carte che effettivamente mancavano. Credo tuttavia che il Commissario si stia adoperando per riconsegnarlo ai cittadini anche prima delle prossime elezioni. Se dovessimo vincere le elezioni ci impegneremmo ad assegnarlo in gestione attraverso un regolare bando di gara.
Una rinascita per Capena è possibile? Nulla si fa con la bacchetta magica, ci vuole intenzione e volontà. Per pensare ad una rinascita bisogna tener conto dell’attuale sviluppo “a macchia di leopardo”. L’edilizia selvaggia non ha contribuito a cementare il vecchio centro storico e nuovi agglomerati abitativi. Alcune zone sembrano solo dei dormitori. Questo perché l’espansione non è stata pensata a cerchi concentrici, partendo dal centro ed andando verso l’esterno, ma sono state create tante piccole particelle slegate tra loro. Per garantire una rinascita bisogna arginare il fenomeno e far interessare tutti alle vicende del paese. Si potrebbe iniziare creando dei comitati di quartiere che rapportino all’amministrazione i propri problemi. In questo senso sono tante le iniziative, anche a costo zero, che potrebbero incentivare una rinascita garantendo un continuo rapporto tra cittadini e amministrazioni, permettendo di abbandonare le vecchie logiche.
Può dirci qualcosa in merito alla lista che la sosterrà? La lista è composta da residenti capenati così come previsto anche dal Movimento. Si tratta di una lista variegata, all’interno ci sono persone provenienti da diversi settori. Non si tratta solo di residenti “storici”, ma comunque di persone che si interessano e che partecipano attivamente alla vita di paese.
Desidera aggiungere qualcosa in particolare? Vorrei ribadire quello che già abbiamo scritto in una lettera indirizzata a cittadini e commercianti di Capena e cioè che è necessario sfatare alcuni luoghi comuni sul Movimento: non siamo quelli del “no” sempre e comunque, non siamo avversari di chi nel rispetto delle regole genera benessere per Capena. Noi siamo quelli che pensano che debba finire l’epoca dei piani regolatori “a go-go” e dei mega centri commerciali, a meno che non si parli di interventi che interessino davvero la collettività. Siamo quelli che rispettano l’ambiente, le regole e i diritti, tanto dei lavoratori quanto delle aziende. Siamo quelli che a fronte di tasse pagate vogliono garantire dei servizi. Siamo anche quelli che combattono l’evasione, perché finora gli interventi in tal senso sono stati pochi e faziosi. Ricordo comunque che il nostro programma sarà online a partire dal 13 maggio.
Cosa in particolare ha determinato la decisione di candidarsi come Sindaco? Una scelta di questa natura si può fare essenzialmente per due ragioni: o perché si ha un grande interesse o perché uno ha un grande amore. Io ho un grande amore per Capena, è il mio paese e non voglio vederlo andare verso il degrado, piuttosto che vederlo morire, voglio dare una mano per ricostruirlo.
Cosa in particolare ha determinato la decisione di candidarsi come Sindaco? Una scelta di questa natura si può fare essenzialmente per due ragioni: o perché si ha un grande interesse o perché uno ha un grande amore. Io ho un grande amore per Capena, è il mio paese e non voglio vederlo andare verso il degrado, piuttosto che vederlo morire, voglio dare una mano per ricostruirlo.
Quali sono i punti di forza del programma elettorale? L’intenzione è quella di ricreare una comunità, perché ciò accada Capena deve ripartire dalle radici. Quindi sarà necessaria una valorizzazione assoluta del centro storico. Sarà inoltre necessaria una ricucitura urbanistica del territorio: ci sono tante nuove zone che ad oggi sono solo dormitori, invece devono poter essere vivibili; per questo sarà necessario creare servizi e parcheggi dove c’è bisogno. Altro punto presente in programma riguarda i giardini pubblici che sono stati creati nel 1952 e sono rimasti quasi come allora. Bambini e mamme hanno bisogno di più spazio, non possono stare accalcati; va realizzato un progetto di ampliamento verso l’area del vecchio campo sportivo, da lì sarà recuperata una vasta area di giardino ed uno spazio rimarrà riservato a tutta una serie di attività sportive, non solo calcistiche.
Come si pone rispetto alla questione dello stadio chiuso? Ritengo che l’incapacità amministrativa sia stata la prima causa della chiusura dello stadio. Un’amministrazione seria non manda un numero enorme di famiglie in giro per la provincia a cercare un posto dove fare sport perché non è in grado di affrontare un’emergenza tutto sommato neanche così drammatica. L’amministrazione avrebbe dovuto pensare a dei rimedi e adoperarsi per gli atti amministrativi necessari, ma lasciando la struttura fruibile per gli utenti. Questo caso ha dimostrato quanto sia importante avere esperienza e capacità amministrativa. Non si può amministrare un Comune improvvisando.
Una rinascita per Capena è possibile? Non solo è possibile, ma è necessaria. Ci sono realtà attive che vanno aiutate e finalizzate per essere motore della rinascita. Mi vengono in mente ad esempio le iniziative legate al mondo dell’archeologia, il G.A.L (Gruppo di Azione Locale Feronia, ndr), il centro sociale anziani. Vanno però creati anche degli strumenti di aggregazione, ad esempio si potrebbe pensare ad un laghetto di pesca sportiva e ad un percorso di benessere e sport.
Può dirci qualcosa in merito alla lista che la sosterrà? Il mio primo obiettivo è quello di fare alleanza con i cittadini di Capena. Le soluzioni non le danno i partiti, ma le persone. Quindi prima di tutto desidero cercare persone che abbiano capacità e disponibilità per aiutarmi in questo progetto. Trovare queste persone è possibile solo colloquiando con i cittadini e non con i partiti. Ad oggi siamo in una fase di “lavori in corso” per il completamento della lista.
Desidera aggiungere qualcosa in particolare? Sì, che ci sarà un’attenzione particolare ai giovani, perché Capena è un paese pressoché morto sul piano delle attività e della vita sociale. Se non ci fosse la parrocchia a realizzare attività per i ragazzi non ci sarebbe altro. Vorrei quindi sostenere e creare iniziative perché i giovani possano passare il loro tempo in modo più serio e impegnato. Voglio inoltre aggiungere che sarà importante far rivivere il paese anche attraverso il commercio che ha chiuso i battenti in quasi tutto il territorio. Per incentivarlo bisognerà necessariamente individuare forme di agevolazione per tutti coloro che vorranno valorizzare l’area del centro perché attualmente è morto, e al suo interno ci sono pochissime attività commerciali.