In questo periodo aumenta molto la possibilità per noi o i nostri amici a quattro zampe di venire a contatto con le zecche: artropodi, delle dimensioni che variano da qualche millimetro a circa 1 centimetro secondo la specie e lo stadio di sviluppo. Il corpo è tondeggiante, mentre il capo, non distinguibile dal corpo, è munito di un apparato boccale (ro
stro) in grado di penetrare la cute. Durante il pasto di sangue la zecca rimane costantemente attaccata all’ospite e proprio in quel momento possono essere veicolati agenti patogeni di diversa natura (virus, batteri, protozoi) responsabili di pericolose malattie sia per gli animali che per l’uomo. Cosa fare? Per prima cosa la zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della cute, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione: durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni. Poi sarà necessario disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca con un disinfettante non colorato.
Tra le principali patologie trasmesse all’uomo e al cane abbiamo la malattia di Lyme, l’ehrlichiosi, la rickettsiosi, la tularemia, la febbre Q, la babesiosi e l’encefalite virale, che provocano segni clinici quali malessere, spossatezza, febbre ricorrente, petecchie, dolori articolari, encefaliti ecc. La prevenzione rappresenta la prima cura praticabile e viene messa in atto con uno screening annuale e con l’applicazione costante di antiparassitari durante tutto l’anno. In caso di contatto diretto è importante portare il cane dal veterinario, per effettuare una visita, eventualmente rimuovere il parassita e, nei tempi opportuni, sottoporlo a controlli ematologici. In caso avesse contratto una di queste malattie, bisogna improntare una cura mirata che il più delle volte risulta essere risolutiva, anche in base alla tempestività dell’intervento.