di SIMONE IPPOLITI
Dopo 28 anni in giallorosso, Francesco Totti ha dato l’addio al calcio, ha salutato la sua Roma. Dopo Baggio e Del Piero, la nostra serie A perde un altro numero 10. Per raccontare questi talenti, la redazione di Qui News ha contattato il giornalista RAI Stefano Bizzotto – È stata un’emozione fortissima e come molti sono rimasto colpito da quel suo “Ho paura”. Totti con quella frase ha dimostrato la sua fragilità. Anche uno dei più grandi giocatori della storia può provare un sentimento simile quando si trova di fronte ad un bivio. Il suo ritiro non ha paragoni, ma del resto c’era da immaginarselo per quello che lui è stato per la Roma. Divertentissimo – aggiunge Bizzotto – è stato quello striscione esposto con scritto “Speravo de morì prima” che fa il pari con una frase apparsa al cimitero dopo lo scudetto del Napoli di Maradona “Che vi siete persi”.
Negli ultimi 13 anni i ritiri di Baggio, Del Piero e Totti: numeri 10 tinti anche di azzurro – Baggio è di tutti. Se avesse avuto meno problemi legati alle ginocchia, avrebbe certamente fatto di più. Ha sfiorato la vittoria nel mondiale e molto probabilmente avrebbe meritato di vincerlo. Del Piero è stato un vero simbolo della Juventus ed è riuscito a vincere un mondiale proprio insieme a Totti che mi spiace abbia collezionato solo 59 presenze con la maglia della Nazionale, ma è stata anche una sua scelta. Nel 2006 non aveva ancora compiuto 30 anni e sarebbe stato bello vederlo protagonista anche nell’Europeo successivo. Il suo però non è stato un rapporto sensazionale con i colori azzurri. Il 2002 fu il mondiale sfortunato con Byron Moreno e poi nel 2004 l’episodio con lo sputo a Poulsen. Totti tra i tre è quello che ha dato la minore impronta alla Nazionale, del resto il suo grande amore è sempre stato la Roma. Il più forte? Se proprio devo azzardare direi un testa a testa Totti-Baggio con Del Piero subito dietro. La Roma una scelta di vita per Francesco Totti. Il “no” ripetuto ai grandi club d’Europa dove certamente avrebbe alzato più trofei. Vista la dimostrazione di affetto da parte del suo pubblico, penso che alla fine abbia fatto bene a sposare la Roma per tutto il corso della sua carriera. Probabilmente, la paura a cui ha fatto riferimento il giorno del suo addio, è la stessa che ha provato anni fa davanti ad una proposta di trasferimento: una nuova avventura in un contesto a lui sconosciuto. Con i colori giallorossi ha vinto uno scudetto e in una piazza che ne ha conquistati pochi, conta ancora di più. Vincere in contesti particolari ha un valore diverso. Baggio come detto è stato di tutti, avendo indossato varie maglie e Totti – precisa Bizzotto – ha significato di più per Roma rispetto a quanto Del Piero è stato per la Juventus.
E Totti cosa farà da grande? L’idea di vederlo in panchina nelle vesti di allenatore mi stuzzica un bel po’, ma bisognerà capire se ha ancora voglia di campo oppure preferirà mettersi in giacca e cravatta dietro ad una scrivania. Si prenderà del tempo per riflettere, magari si dedicherà più alla famiglia avendo tre figli piccoli. Deciderà lui in base a quello che si sentirà, ammesso che voglia veramente smettere di giocare…