La Provincia di Rieti è quella che presenta la maggiore percentuale di Utra65enni nella regione Lazio ( il 25% circa della popolazione generale) ed è una delle provincie della nostra bella Italia con più anziani. E’ una bella cosa vivere di più ma è ancora più importante vivere bene gli anni della vecchiaia e, spesso, questo periodo della vita è pieno di acciacchi, malattie e tanta solitudine. Infatti, questa fascia di età presenta molte malattie croniche che provocano differenti gradi di disabilità, necessità di assistenza sociale, e di assistenza medica; tra le patologie più gravi ed invalidanti sono le diverse forme di demenza. Nella nostra provincia non esistono dati ufficiali ma si stima che le persone affette da demenza siano circa 2.800/3000. La demenza , che riconosce varie cause, è una condizione gravemente invalidante, dura molti anni e necessita di una assistenza costante che, nelle fasi di media ed elevata gravità della malattia , può essere H24 ; se consideriamo che la maggior parte dei malati sono seguiti in ambito familiare, possiamo solo immaginare la difficoltà delle famiglie!
Esse hanno bisogno di aiuto, non solo aiuto economico ma soprattutto bisogna diminuire il loro carico di lavoro con interventi di supporto in casa ( Assistenza Domiciliare) e con Centri dislocati sul territorio in cui esse possano portare i loro cari malati E quali sono i servizi presenti sul territorio provinciale? Pochi e insufficienti !! Nel Montepiano Reatino, a Cantalice, abbiamo un Centro Diurno Alzheimer che può ospitare al massimo 18 pazienti; nell’ambito del Comune di Rieti è attivo dal 2018 , un Alzheimer Caffè gestito dall’Associazione AMAR ; nella Sabina reatina è presente solo il Centro Diurno Casamica, aperto a Canneto ( Comune di Fara Sabina) in un edificio scolastico non + utilizzato dai ragazzi e che è stato messo a disposizione dall’Amministrazione Comunale all’associazione – Ospedale Domiciliare di Roma e Lazio- che gestisce materialmente il centro realizzando un progetto finanziato con i fondi del volontariato .
Qui, le persone con deterioramento cognitivo , vengono portate con servizio di trasporto sociale e, dai volontari ( formati ad hoc) e da alcuni collaboratori esterni , viene svolta attività ricreativa e riabilitativa. Il centro è attivo 3 volte a settimana , al mattino; i malati sono soddisfatti e vengono volentieri; i familiari sono contenti perchè viene alleviata la loro fatica e vedono i loro cari migliorati e più tranquilli.
Però questo centro chiederà i battenti tra pochi mesi, perchè si tratta di un progetto a termine ! e dopo ? che succederà? I familiari sono preoccupati; chiedono con insistenza che il centro non chiuda e che le attività possano continuare
E’ qui che dovrebbe entrare in ballo il buon senso di tutti; in che modo?
-) Bisogna prima valutare se questo servizio sia stato efficiente ed abbia dato buoni risultati; la risposta è si! le valutazioni effettuate sui pazienti dalla Dott.ssa Andreina Ciogli hanno evidenziato risultati positivi; poi ci sono le opinioni dei familiari che sono anch’esse positive!
-) C’;è disponibilità , da parte dell’associazione , di mettere a disposizione i propri volontari ( che ormai hanno acquisito una buona professionalità in quest’ambito) e gli arredi che sono stati già acquistati!
-) A questo punto l’Amministrazione Comunale dovrebbe valutare se è utile, per questa fascia di suoi concittadini, continuare questa esperienza e, se conclude di sì, deve non soltanto continuare a fornire il locale ma utilizzare anche qualche fondo (contributo economico) presente nell’ambito del sociale Bisogna fare delle scelte! decidere quali siano le priorità!! una buona politica dovrebbe fare queste cose!!!!
Santa Rufina : 10/11/2018
Andreina Ciogli