FARA SABINA – Ventisette minuti, quarantotto secondi. Un ragazzone moro, con la maglia numero 16, riceve palla sulla trequarti. Stop con il piatto destro, un secondo tocco per portarsi avanti il pallone, poi un altro ancora, sembra oramai aver perso il tempo per concludere a rete. Ma quando arriva questo benedetto tiro avranno pensato mamma Paola e papà Massimo presenti in tribuna insieme alla ragazza Carlotta? Accontentati. Il cronometro segna ventisette minuti e cinquantadue secondi quando il ‘16’ decide di calciare in porta. Neanche un secondo dopo la palla si infila in rete senza lasciare scampo al portiere avversario.
È il ventiquattro marzo. All’Artemio Franchi si gioca il derby toscano Robur Siena-Pistoiese valido per la 32^ giornata del girone A di serie C, con i padroni di casa che alla fine vinceranno 2-0. Ventisette minuti e cinquantatré secondi. Il tempo si ferma, non può essere altrimenti. Fabio Gerli segna il primo gol tra i professionisti. È lui il playmaker, il regista basso del centrocampo del Siena, il ‘faro’ che con le sue giocate sta illuminando i bianconeri al vertice del girone A, ora anche goleador: “C’ho pensato e ripensato se calciare o meno, alla fine ho tentato la fortuna. Direi me lo sono più che meritato”, racconta Gerli a Qui News. Il tempo si ferma appunto. Necessario un flashback per tornare agli albori, quando tutto ebbe inizio. Lui è coresino doc, classe 1996, cresciuto a Passo Corese, dove vive tutta la sua famiglia, dapprima in via Quirina per poi spostarsi in viale Unità d’Italia, guarda caso proprio dietro al campo sportivo della città. Sarà mica un caso…
È proprio lì che un giovanissimo Fabio muove i suoi primi passi, pardon calci, cominciando a giocare quando aveva poco più di 5 anni. Tre stagioni intense di Primi Calci e Pulcini, dove Gerli inizia come trequartista, a volte anche seconda punta: “Da sempre amo avere il pallone tra i piedi ed impostare l’azione e il mio idolo è Iniesta. A Passo Corese mi divertivo molto e giocavo in fase più avanzata ma, vista la mia scarsa attitudine al gol – ride Gerli -, col tempo mi hanno spostato più dietro”.
Poi, a 9 anni, la prima esperienza fuori casa al Tor di Quinto, quando, in seguito a un provino alla Lazio, convince la società biancoceleste a tesserarlo. Tre stagioni, due di Esordienti e una di Giovanissimi Coppa Lazio, condite con un gol importantissimo, del definitivo 2-2, in un derby con la Roma. Ma la Lazio non crede in lui, così a 13 anni passa al FutbolClub e, l’anno successivo, all’Urbetevere: “La Lazio mi ha ‘scaricato’ senza darmi una motivazione. Per me è stata una delusione perché sono da sempre un tifosissimo biancoceleste, ma per fortuna all’Urbetevere le cose sono andate decisamente meglio”. Tanto da attirare l’attenzione della Virtus Entella, club di Chiavari, che si assicura le sue prestazioni nel gennaio del 2013: “In Liguria sono diventato calciatore vero. Ho giocato con gli Allievi Nazionali, poi in Berretti e infine come capitano della Primavera”.
Due anni e mezzo dopo dal suo approdo a Chiavari, arriva il tanto sognato debutto in serie B. Era il 12 settembre 2015, come avversario il blasonato Cesena. Mister Aglietti gli affida le chiavi del centrocampo e Gerli risponde con una buonissima prestazione e la squadra vince 2-1. Fino a gennaio racimola quattro presenze e poi viene girato in prestito al Santarcangelo, per poi fare ritorno all’Entella, dove nella scorsa stagione mette assieme ‘soltanto’ 5 presenze fino a gennaio, quando viene girato al Bassano Virtus.
Così arriviamo ai giorni d’oggi con Gerli che, ancora legato alla società ligure fino al giugno del 2020, nel mercato estivo attende fino all’ultimo per scegliere la nuova destinazione: “Quando ho capito che l’Entella quest’anno aveva l’intenzione di puntare su qualcun altro, ho sperato fino alla fine di trovare una squadra in serie B. Mi hanno contattato sia Pordenone che Lucchese, ma alla fine non potevo dire di no al Siena”.
E non poteva scegliere soluzione migliore visto che con i bianconeri è il metronomo del centrocampo, giocatore del quale mister Mignani non può proprio fare a meno, in questo testa a testa finale con il Livorno per la serie B: “Siamo una squadra tosta in tutti i reparti, ma a centrocampo abbiamo qualcosa in più delle altre compagini. Noi ci abbiamo sempre creduto e siamo stati molto bravi ad approfittare del tracollo del Livorno”.
Tra i suoi primi pensieri naturalmente il Passo Corese, dove gioca suo fratello Mirco, classe 1992, che sta combattendo per il salto in Promozione nel duello con lo Scandriglia: “Devono crederci fino alla fine alla vittoria del campionato di Prima Categoria. Hanno tutti i mezzi per riuscirci. Mirco l’anno scorso è stato protagonista con 15 gol, in questa stagione ha segnato un po’ meno ma per la prima categoria è un giocatore prezioso, un esterno d’attacco molto forte”.
Appuntamento a maggio dunque, quando potrebbe esserci una doppia festa bianconera. Siena più Passo Corese, tutti a casa di nonna Rossella, che con il suo piatto forte, i cannelloni, ha fatto crescere i ‘suoi’ campioni.