IL RICORDO – di Gabriella Torre – Situato a pochi minuti dall’uscita Fiano Romano dell’A1, il Lucus Feroniae è un importantissimo centro archeologico, eredità del periodo più fiorente della civiltà romana. Il nome deriva da un tempio dedicato alla dea sabina Feronia, presente già in epoca repubblicana, e dal bosco ( in latino “lucus”) sacro alla divinità che si estendeva fino al monte Soratte. Nel 1952, durante dei lavori agricoli nella zona, vennero alla luce alcuni reperti come anfore e pietre con iscrizioni che resero necessario un intervento archeologico il quale portò alla luce una vera e propria cittadina in cui Sabini e Latini, schiavi e liberti, già all’epoca di Tullio Ostilio, si recavano per pregare la dea Feronia protettrice di greggi e messi. Ma il luogo non aveva unicamente una valenza religiosa: il Lucus Feroniae era soprattutto una fiorente cittadina, luogo di scambio commerciale tra Latini, Sabini, Etruschi e Fallisci, tanto da essere saccheggiata da Annibale nel 211 a.C. attirato dalle ricchezza custodite nel tempio e da essere adibita a colonia dei soldati veterani in epoca augustea. Gli scavi iniziati 1952 hanno portato alla luce il tempio della dea, l’immensa villa romana della celebre famiglia dei Volusii, il Foro cittadino su cui si affacciano la Basilica di epoca repubblicana, un altro tempio di un dio non ancora identificato, l’anfiteatro e le terme. A questo si aggiungono le tabernae (negozi o botteghe) con i loro pavimenti decorati a mosaico che permettono al visitatore di immaginare un luogo popolato di voci e colori, punto di incontro dei mercanti e dove artigiani vedevano i propri prodotti. Tutti i reperti sono oggi raccolti ed esposti nell’Antiquarium, il museo su due piani annesso all’area archeologica. Qui, una prima sala è dedicata ad un’introduzione storico-topografica del sito archeologico dove si possono ammirare il gruppo di statue onorarie, alcune delle quali dedicate ad Augusto e ad Agrippa che campeggiavano nel Foro. Nella seconda sala sono presenti invece alcuni materiali di provenienza funeraria (corredi, iscrizioni, etc) o della vita quotidiana come ceramiche, ornamenti, monili e anfore. Il museo è visitabile tutti i giorni dalle 8,30 alle 19,30 tranne il lunedì, il primo gennaio e il 25 dicembre mentre l’area archeologica apre al pubblico dal martedì alla domenica dalle 8,30 fino al tramonto. La primavera è arrivata: non perdete l’occasione di passare una bella giornata di sole alla scoperta delle nostre radici.