di SIMONE IPPOLITI/FARA SABINA – Se in quel gruppo Facebook ad oggi si contano più di 4000 membri, un motivo ci sarà. Se costantemente la conversazione whatsaap è inondata da foto e video, una ragione ci sarà. Se in più di un’occasione è stato scomodato Anthony Hopkins nel suo “Indian – la grande sfida”, beh un’origine a tutto questo ci sarà. Roberto Lombardi è volato fino a Bonneville ad assaggiare il sale con la sua moto Morini 350, assemblata pezzo per pezzo. “Era un sogno, semplicemente un sogno – ci racconta al rientro dagli Stati Uniti – non dovevo dimostrare niente a nessuno, ma erano 50 anni che lo volevo”. Sì, avete capito bene: sono passati 50 anni da quando quel bambino di 12 anni riceveva in regalo un libro che raccontava la Bonneville Salt Falts, una pianura salata che ogni anno ospita gare di velocità per segnare record.

Roberto si traveste da Hopkins, indossa casco e guanti e il 27 agosto, primo giorno di tentativi, quando in Italia è notte fonda, entra nel guinness dei primati per la classe 350 bicilindrica con la velocità di 94 miglia orarie (media su due lanci, circa 151 km/h). “Ero preoccupato – svela Roberto – perché Bonneville non è una pianura perfetta, è piena di buche! (ride ndr). Alla fine dei primi due lanci non ero soddisfatto. Sentivo che la moto non andava bene, non era tarata per 1330 metri di altitudine e poi la forcella Marzocchi, che ormai ha 40 anni, non è regolabile e quindi facevo “su e giù”. Nonostante tutto, quando sono tornato alla base erano tutti impazziti e mi gridavano “Record! Record!”. Roberto rimane con gli occhi sgranati, non ci crede e con calma olimpica esclama “Ma che c…. state a dì?”.

La Pupa (così chiama la sua Morini) non l’ha tradito. Il precedente record è stato battuto di 5 miglia orarie, ma Roberto non è del tutto soddisfatto: “Inizialmente volevo rinunciare, potevo registrare velocità maggiori, anche di 15 miglia orarie. Poi gli esperti mi hanno consigliato di accettarlo perché Bonneville è stregata. Le incognite meccaniche sono troppe, ti si può rompere qualcosa e anche le condizioni metereologiche sono un terno al lotto”. Una storia che Qui News ha seguito con passione: il racconto di un cittadino di Passo Corese che con ogni tipo di sacrificio, sia in termini di tempo sia economici, è riuscito a scrivere il suo nome su un libro dei record. “Tra un paio di anni è probabile che ci riproverò – afferma Roberto – voglio tirare fuori tutto il potenziale della Morini… almeno 100 miglia orarie si possono raggiungere”.

Ora è il momento di festeggiare e di riabbracciare tutte quelle persone che l’hanno seguito dalla Penisola, a kilometri di distanza dove il nome di Fara Sabina è girato eccome! Un risultato che può far fieri Amministrazione e concittadini. Un coresino nello Utah… un brindisi se lo merita?

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